Altro piccolo lavoro
fatto tempo fa e riguarda la realizzazione di una automotore usato nelle
manovre in stazione.
Il modello scelto è del
gruppo D214 e della serie 4000, la più recente .
La sua lunghezza totale
è 7168mm che in scala 1:87, quella per cui tento la riproduzione, significa che
sarà lunga compresa di respingenti solamente 82,4mm.
In questo campo non
esistono disegni dettagliati, monografie come nel navale per la riproduzione,
insomma non esiste nulla dato che questi modelli si possono comprare presso
rivenditori qualificati e ci pensano le case costruttrici a gestire il
monopolio.
Questo stesso modello
lo fa anche la Roco a 100 euro, sarà forse poca cosa acquistarlo e averlo a
casa dopo due o tre giorni e essere felici di possederlo e provarlo sul
plastico, appena finito usando ovviamente lo stesso sistema, per vederlo girare
ebbene anche nella migliore delle ipotesi avessi 100 euro da buttare
sicuramente non lo acquisterei per vari motivi, il primo non avrei un plastico
dove farlo girare, ma anche se lo avessi sarebbe uguale, il secondo mi piace
realizzare le cose da me anche se poi non ci faccio nulla ma solo per
applicarmi a trovare una soluzione o capire che procedimento fare e ovviamente
studiare e studiare.
Quindi sulla base di
questa premessa il primo ostacolo da superare era appunto avere più
informazioni possibili sul mezzo stesso e per questo il web da una bella mano
nel senso che si riescono a trovare molte immagini e qualche blueprint.
Ovviamente il disegno della blueprint non è
sufficiente per realizzare tutto un progetto in ogni sua parte quindi ad esso
dovranno essere aggiunte le immagini ma molto spesso le immagini hanno una
prospettiva e quindi si dovrà seguire quella regola ma al ritroso ed è proprio
questa idea che mi ha inizializzato nello sbroglio con il cad nel prendere
appunto una immagine in prospettiva e arrivare al disegno di base per
realizzarlo.
Sulla base di queste considerazioni e una volta
fatta la ricerca più ampia possibile si deve passare allo studio sistematico di
ogni immagine reperita, valutarla e se si reputa di interesse inserirla nell’album
di sviluppo; ad esempio se le immagini sono state fatte con dei grandangolari
queste dovranno essere scartate data la problematica insita in loro di alterare
la prospettiva.
Questo album di sviluppo, la blueprint, e altre
informazioni sono le basi per poter iniziale il progetto per realizzare il
modello, a queste vanno ora aggiunte altre informazioni come ad esempio: che
materiale vogliamo usare, che dettaglio di definizione vogliamo ottenere ecc.
In prima battuta avevo pensato di usare l’ evergreen
come materiale ma poi, come mio solito, mi sono voluto complicare la vita e ho
deciso per l’ottone.
La tecnica che userò per realizzare questo
modello è la fotoincisione quindi questo significa che la progettazione si
distinguerà in due fasi la prima è quella di appunto disegnare nella forma
canonica assonometrica tutto il modello con tutte le sue parti la seconda sarà
quella di sviluppare tutte le parti in una forma piana e ovviamente aggiungere
cose in più per accontentare i requisiti della fotoincisione
Dall’ immagine sopra inserita potrete notare che non
è un disegno atto alla visione pulita dell’ oggetto ma sono presenti tutte le
righe anche quelle che seconda la vista dovrebbero in teoria essere nascoste.
In realtà il disegno completo di motorizzazione è questo
Come si nota non si capisce nulla, è abbastanza
confusionario ma basta spegnere i layer che non si desidera vedere e diventa
più leggibile.
Questa è una soluzione che ho adottato io in quanto
disegnando su molti layer ogni particolare deve essere completo nella sua forma
proprio per avvantaggiarmi in seguito in merito allo sviluppo del singolo
pezzo.
Una volta terminato questo lavoro ho approfittato e
trasportato tutto su un programma 3D per verificare se tutte le parti disegnate
si incastrassero nella maniera corretta.
Fatta anche questa verifica ora si passa alla
fase due della progettazione che è appunto quella dedicata alla formazione del
Master per realizzare la fotoincisione.
Siamo così giunti alla
seconda fase di progettazione che è quella che ci servirà per realizzare il
master per poi praticare la fotoincisione dell’ottone e ricavarci tutti i pezzi
e i particolari che serviranno per la costruzione di questa locomotiva.
Possiamo dividere le
varie parti disegnate in due gruppi:
a) Al primo gruppo
appartengono tutti quei pezzi piani dove hanno solo lo spessore ed eventualmente
ripetuti n volte se lo spessore richiesto è un multiplo dello spessore
utilizzato per la lastra di ottone che nel mio caso specifico è di 0,2mm.
Questa è una procedura
abbastanza veloce da fare dato che avendo disegnato tutti i particolari in
layer diversi, si selezione l’oggetto e si copia solo la vista di nostro
interesse che è appunto il pezzo da riprodurre.
b) Al secondo gruppo
invece appartengono tutti quei pezzi che hanno una forma scatolata o non piana.
Qui il lavoro diventa
un po’ più impegnativo dato che si dovranno prendere in considerazione le
circonferenze di piega, il ritiro del materiale nelle pieghe ecc.
Questo è il
disegno della cabina e i quattro angoli in realtà hanno un raggio di 2mm
inoltre questo particolare è stato sezionato in due pezzi come si vede dalle
linee di divisione create sul disegno.
Queste linee
sono state realizzate in modo da avere un incastro tra le parti come sono state
realizzate delle linguette in basso che si andranno ad incastrare con il pezzo
di base; queste sono state realizzate proprio per facilitare l’operazione di
montaggio delle parti e mantenerle nella posizione corretta prima
dell’eventuale saldatura.
Ora da questo disegno
assonometrico si dovrà sviluppare una forma piana e questo è il risultato
ottenuto delle due sezioni
Da questa
immagine si vedono quattro parti anziché due in realtà queste sono le viste che
fanno riferimento ai due lati della lastra di ottone, dove si possono avere
lavorazioni diverse in fase di fotoincisione.
Il disegno
superiore (quello descritto come lato esterno) è il disegno presente sul lato
superiore della lastra di ottone e risulterebbe il lato esterno della parete
cabina.
Il disegno in
basso ( quello descritto come lato interno) è in realtà una immagine specchiata
della precedente e risulta essere il lato inferiore della lastra di ottone e
quindi la parete interna della stessa cabina.
Come si può
notare i due disegni differenziano sostanzialmente solo dal fatto che il
secondo ha tre linee verticali in corrispondenza delle zone da piegare, queste
tre linee che sono larghe quanto lo spessore della lastra di ottone hanno la
funzione di alleggerire in quella zona il materiale e rendere
la piegatura
raggiata più facile da eseguire.
Ciò significa
che nel momento che il cloruro agisce con l’ottone in quella zona si creano tre
incisioni solamente, ecco perché le parti sono 4 anziché solo due .
Sulla base di
quanto sopra ho realizzato tutte le parti che mi servivano e realizzato il
master, quest’ ultimo lo stampato su pellicola trasparente per riprodurre in
maniera fotografica sulla lastra di ottone lo stesso disegno, nell’ immagine si
vede appunto il master su pellicola trasparente.
Immersa la lastra di
ottone così trattata nel cloruro e tenedo sottocontrollo il processo dopo
alcune ore ho avuto questo risultato:
Per facilitare le
operazioni di saldature delle varie parti ho realizzato un trattamento elettro
chimico di stagnatura ottenendo questo risultato finale.
Ormai il grosso del lavoro fatto ora basta solo tagliare i pezzi e
saldarli al loro posto.
Per arrivare a questo livello di fotoincisione che lo reputo personalmente abbastanza alto considerando che si fa in casa, ho dovuto studiare e ogni volta cambiare anche leggermente il metodo o il ciclo di lavorazione oltre ovviamente a crearmi una attrezzatura sempre più perfezionata.
Ho iniziato la costruzione del vano motore e della cabina piegando opportunamente le parti fotoincise e posizionate sul piano tramiti gli incastri che avevo realizzato a questo punto con un saldatore ad aria calda ho unito le varie parti con l’aggiunta di piccole quantità di stagno, le saldature le ho effettuate tutte nella parte interna e non visibile
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